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ESI

ESPERIENZE SFAVOREVOLI INFANTILI

Il concetto di Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI) ha permesso, negli anni ‘90, di completare e definire il complesso e delicato ambito dell’abuso all’infanzia: comprende non solo le forme dirette di maltrattamento fisico e psicologico, la trascuratezza e l’abuso sessuale, ma anche le condizioni indirette che rendono pericolosa la vita del bambino in famiglia, come alcolismo o tossicodipendenza dei genitori, malattie psichiatriche e soprattutto violenza assistita.

L’attenzione alle ESI è in linea con i più recenti sviluppi degli studi sul trauma, che produce un danno importante nei processi di attaccamento  e si deforma l’assetto della personalità, con effetti tangibili anche a livello organico: modificazione degli equilibri fisiologici, con ricadute sull’asse ipotalamo/ipofisi/surrene, sul sistema nervoso autonomo, sul complesso dei neurotrasmettitori e sul sistema immunitario. Si registrano importanti conseguenze anche a livello cerebrale.

Gli effetti fisiologici e psicologici del trauma infantile continuativo producono una vasta gamma di effetti patologici, che vanno sotto la definizione di “disturbo post-traumatico da stress complesso” (Complex PTSD Herman) o “disturbo traumatico dello sviluppo” (DTS van der Kolk)

Molte persone vittime di ESI, pur non presentando gravi sintomi psicopatologici, sperimentano ugualmente difficoltà in diverse aree sociali ed interpersonali: frequenti insuccessi e fallimenti a livello scolastico, difficoltà nelle interazioni sociali con i propri pari, alti livelli di aggressività, dalla carenza di atteggiamenti prosociali e di avvicinamento ai pari.

Le vittime di ESI, inoltre, soffrono spesso di problemi di salute per molto tempo dopo che l’abuso è terminato: è evidente che tale condizione avrà conseguenze importanti sull’attività scolastica e lavorativa.